Il mercato del lavoro in Piemonte

Il mercato del lavoro in Piemonte vede l’automotive come settore trainante e un tessuto di aziende a vocazione manifatturiera, di medie dimensioni e spesso a gestione familiare, come contorno.
03/01/2023

Quali sono i lavori più richiesti in Piemonte? L’automotive resta sempre il settore trainante per il mercato del lavoro in Piemonte, oltre ad aziende manifatturiere di medie dimensioni, generalmente a gestione famigliare: due caratteristiche che fanno del Piemonte un caso a sé nel panorama del mercato del lavoro italiano, in cui gli anni successivi al Covid sono stati frizzanti e le tendenze future iniziano a delinearsi con chiarezza. Di questi temi abbiamo discusso con Davide Portoghese, Office Director - Torino di LHH Recruitment Solutions


Come si sta muovendo il mercato del lavoro Piemonte in questo periodo?


Il post Covid è stato un momento decisamente vivace: le persone che avevano in mente di cambiare lavoro e sono state bloccate dalla pandemia hanno messo in atto le loro decisioni, il che ha creato un numero notevole di posizioni aperte.

Vista la vocazione manifatturiera di questa regione, la grande maggioranza delle richieste di lavoro in Piemonte è nell’ambito operation: capi stabilimento, capi qualità, capi manutenzione, e anche qui le ricerche di professionalità legate all’IT e alla digitalizzazione sono molto alte e continueranno a esserlo.

Nel prossimo anno sono convinto che vedremo crescere in modo significativo le richieste di Energy Manager e saranno sempre più ricercati profili legati alla sostenibilità, sia per quanto riguarda il prodotto, sia nei dipartimenti marketing, perché le aziende sono sempre più attente a comunicare in modo efficace le loro scelte ambientali. 


L'automotive rimane uno dei settori più importanti per il Piemonte


Certo, l’
automotive in Piemonte è il settore leader, e l’auto elettrica è la sfida del momento. Trovare risorse che abbiano esperienza nell’automotive in Piemonte è praticamente impossibile, soprattutto a livello manageriale. Per i profili junior le aziende stanno creando Academy che permettano di formare i neolaureati in questo ambito, ma per i livelli più alti ormai abbiamo spostato la nostra ricerca anche all’estero. Il problema è che l’Italia non è competitiva a livello salariale: un neolaureato tedesco ha la stessa RAL che in Italia si ottiene con 15 anni di esperienza.

Talvolta le multinazionali risolvono il problema "spostando" la posizione all’estero: il centro ricerche rimane in Italia, ma il manager risiede in un altro Paese, rendendo più semplice la ricerca di professionalità adatte.

Comunque, in questo momento l’emergenza delle richieste di lavoro in Piemonte riguarda l'individuazione di esperti in grado di gestire la transizione dalla combustione tradizionale all’elettrico e di profili capaci di organizzare e gestire in modo strategico ed efficiente la produzione di batterie. 

Quali sono gli altri fenomeni emergenti?


Ci sono figure introvabili, come i tornitori, di cui in passato una società di head hunting non si sarebbe mai occupata e per cui invece, adesso, facciamo uno scouting mirato.

Inoltre, stiamo osservando un’attenzione sempre maggiore per le soft skill dei candidati: per esempio, in ambito commerciale, per figure come gli Area Manager, per cui un tempo si richiedevano quasi solo competenze relazionali, è diventato indispensabile possedere skill più digitali.

Ma l’evoluzione più significativa del mercato del lavoro in Piemonte si evince a livello manageriale: anche in un contesto tradizionale come quello piemontese, gli imprenditori si sono resi conto che il modello di leadership verticistico funziona sempre meno e per questo ci chiedono di fare molta attenzione nel ricercare figure manageriali in grado di lavorare con le nuove generazioni, che non accettano più gli schemi rigidi del passato.

Questo non significa, però, che si siano imposti ovunque i modelli più innovativi: in molte aziende piemontesi lo smart working non è ancora una modalità di lavoro accettata, anche se questo può significare perdere i talenti migliori.

C'è un nuovo contesto anche per il recruiting?


Sicuramente
. La digitalizzazione ha semplificato in parte il nostro lavoro, rendendo molto più semplice incontrare le persone, ma, per converso, i colloqui online hanno fatto aumentare i tassi di rifiuto, il che significa che dobbiamo avere a disposizione una rosa più ampia da presentare al cliente per la selezione finale.

Per questo motivo cerchiamo di spingere le aziende a incontrare i candidati almeno una volta in presenza, e, allo stesso tempo, abbiamo lavorato molto su modelli di colloquio che risultano più adatti più a valutare al meglio la reale motivazione dei candidati.


Scopri di più sull'attuale panorama del mercato del lavoro in Italia. Leggi l’intervista a Damiano Saggioro, Executive Director di LHH Recruitment Solutions, sulla situazione in Veneto e nel nord-est.